Chongqing rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane che vogliono operare nel mercato cinese. La municipalità di Chongqing è, infatti, al centro della politica del Go-West dal 2000 ad oggi e per tale ragione è spesso scenario di progetti pilota che in molti casi prevedono il coinvolgimento di attori stranieri. Le relazioni con le controparti locali possono, inoltre, contare sulla presenza del Consolato italiano, che può agevolare le operazioni nella municipalità.

Nel 2013 il Pil di Chongqing si è attestato a 1,2 trilioni di renminbi, contro i 197 miliardi del 2002. Il ritmo è crescente rispetto al Pil della Cina, nel senso che il Prodotto Interno lordo cinese è aumentato nel 2013 del 7,6 percento mentre a Chongqing del 12,3. La municipalità ha un'incidenza del 2,22 percento sul Pil nazionale (www.agichina24.it). Le opportunità per le imprese italiane sono particolarmente fervide in alcuni settori, tra i quali spiccano l'automotive (già presenti Iveco e Comau), l’agricoltura e l’urbanistica. Rilevanti anche le potenzialità nel settore dei servizi, soprattutto se rivolti alla tutela dell’ambiente e alla razionalizzazione della distribuzione della popolazione nelle diverse aree di cui si compone il territorio della megalopoli. Sono, infatti, stati realizzati e pianificati ingenti investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche della città, tra le quali spicca la nuova ferrovia sopraelevata per le comunicazioni all'interno della municipalità. Alimentare, lusso e manifatturiero sono indubbiamente settori in cui far valere la forza e il fascino del made in Italy. Nei mesi scorsi, una delegazione di rappresentanti di aziende lombarde ha realizzato una importante missione nella provincia di Chongqing per concludere intese nei settori dell’auto ed elettronica.