Le stime della Banca Mondiale sull’economia cinese

Settembre, 2014

la Banca Mondiale rivede le previsioni di crescita dell’economia cinese, che dovrebbe riportare un tasso di crescita del pil pari all’7,4%, al di sotto dell’obiettivo cinese del 7,5%. La percentuale, pur restando significativamente positiva, segna un rallentamento rispetto ai dati precedenti, per lo più risultato della riduzione degli investimenti e della domanda estera.

L’ultima relazione della Banca Mondiale riguardo le prospettive di crescita dell’economia cinese afferma che la crescita del prodotto interno lordo in Cina sarà dell’7,4 per cento nel 2014 e dell’7,2 per cento nel 2015. L'aggiornamento trimestrale, pur documentando un trend in diminuzione rispetto ai risultati del recente passato, conferma, tuttavia, che le previsioni di crescita per il futuro rimangono positive. Il rallentamento nel 2014 è riconducibile alla contrazione dei consumi e, più marcatamente, degli investimenti e della domanda esterna, inevitabili conseguenze della crisi economica mondiale ancora in corso, che ha in generale determinato una revisione al ribasso delle stime di crescita delle economie asiatiche. L'aggiornamento trimestrale, che valuta periodicamente l'economia cinese, identifica come chiave risolutiva dei problemi a breve termine gli interventi della politica per sostenere la crescita, in particolare in ambito fiscale, per incentivare i consumi. Interventi in tale direzione dovrebbero essere realizzati secondo una logica lungimirante, finalizzata al perseguimento di obiettivi a lungo termine .
“L'episodio attuale di debolezza ciclica mostra i limiti del modello di crescita cinese, basato su esportazioni, credito e investimenti dall’estero (...). Forti progressi nel programma di riforma strutturale aiuteranno la Cina a raggiungere l'obiettivo di migliorare la qualità del proprio sviluppo”.

Philip Schellekens

Senior Economist, World Bank

Decisivo potrebbe essere in tal senso anche il ruolo svolto dal sistema bancario, da sempre principale fonte di finanziamento dell’economia del Dragone: secondo molti economisti, le politiche che contengono l’aumento del credito potrebbero rallentare l’espansione dell’economia e delle infrastrutture, aumentando al contempo i rischi nel settore immobiliare e se l’economia del Paese non cambierà marcia, rischierà di raggiungere livelli insostenibili di debito. Le prospettive a lungo termine dipenderanno dalla gestione di alcune “sfide strutturali”: tra queste, in particolare, le misure di intervento a sostegno del reddito pro-capite e volte al miglioramento della produttività. Per aumentare le possibilità di concorrenza e “ridefinire la fonte del vantaggio competitivo” della Cina, un tempo rappresentato prevalentemente dal basso costo della manodopera, sarà necessario, infine, puntare sull’innovazione.